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Dall'energia delle mani al benessere del corpo e...dell'anima

Chi di noi ha mai pensato che il benessere di una persona può passare attraverso una facoltà naturale raccolta nelle proprie mani? Forse pochi o magari nessuno, però è proprio così: ognuno di noi ha la possibilità di guarire l’altro, attraverso l’imposizione delle mani.
Se poi vogliamo andare a riflettere su questo gesto, questi non è altro che un modo per donare all’altro una parte di sé con l’obiettivo di favorire un processo di autoguarigione che l’altro, in modo autonomo, non potrebbe fare.
Nella nostra società siamo soliti definire questo modus operandi con il termine paranormale, per esprimere comunque un contesto e una pratica che sfugge alla spiegazione razionale; nonostante ciò, coloro che riescono a superare la fase iniziale di imbarazzo, riescono a rivolgersi a chi è in grado di donare loro e, poi, ne traggono immediatamente giovamento, anche se però non riescono a spiegare razionalmente che cosa è stato fatto loro. Ma questo ha importanza? E’ sempre necessario trovare una spiegazione logica a quello che viene o l’importante è che da quell’azione l’individuo tragga giovamento? Nel passato, i nostri avi, erano soliti affermare: ai posteri l’ardua sentenza..
In questo caso la risposta interiore non è sicuramente difficile, perché ognuno di noi è costantemente alla ricerca del proprio benessere psicofisico e, per quanto possibile, è preferibile che il tutto avvenga in modo naturale.
E’ in questa ottica che si inserisce questo progetto, volto a dare a coloro che vi si accosteranno un’opportunità di benessere in cui colui che favorisce la guarigione non sarà chi esegue il trattamento, bensì chi lo riceverà, proprio per l’assunto iniziale: la capacità di rigenerazione è all’interno di noi stessi, non ci viene trasmessa da una sorgente esterna. E’ proprio per questo che il paziente diviene l’unico che può realmente curare se stesso, perché l’altro, il terapeuta, è solo il tramite che trasferendo la sua energia in lui, crea l’ambiente adatto perché inizi il processo di guarigione. In conclusione potremmo dire che se l’obiettivo è l’autoguarigione, la finalità più ampia può essere colta nel superamento del proprio Sé Egoista per lasciare il posto a quello che Ama Incondizionatamente, così da liberare le proprie energie a beneficio di tutti.

Maurizio Padovano
Pranoterapeuta



Dal mese di ottobre riceve il "martedì" dalle 9.30 alle 14.30 (in seguito sarà più esteso) presso lo studio medico dott. Lucio Varzi in Via XXV Aprile 4 – Lama

Per prenotazioni: 075/6979478



Lucio Varzi esercita la professione di medico di medicina generale (MMG) a Lama, in provincia di Perugia. Laureatosi presso l’Università di Perugia,si considera innanzitutto medico della persona, consapevole del fatto che il suo interlocutore non sarà mai una malattia ma una creatura umana, unica e irripetibile, che vive in un contesto particolare, portandosi dietro la sua complessa specificità, fatta di problemi da risolvere e di relazioni, di gioie e di dolori.
Il medico della persona ritiene opportuno procedere quindi non solo alla solita "contabilità" dei sintomi da "silenziare", ma suggerisce di ricorrere all’approccio olistico (globale).
Questo altro non è che una specie di lente prismatica attraverso la quale, partendo da un attento e prolungato ascolto, il medico ed il paziente accedono all’esplorazione dei vari vissuti emozionali, arrivando con maggiore facilità, alla identificazione e auspicabile rimozione delle cause della sofferenza e del malessere.
Quanto appena scritto è la premessa fondamentale della PNEI, cioè la disciplina medica che ove correttamente praticata, consente la realizzazione della medicina anticipatoria. Tale medicina è in grado di prevenire la malattia, o per lo meno di modificare in senso riduttivo la storia della malattia cronico-degenerativa, e per questo riconduce sulla via della salute.
La visione della malattia proposta dalla PNEI esalta l’alleanza terapeutica tra medico e paziente, ma nonostante ciò, è purtroppo ancora poco praticata; il corso universitario della laurea in medicina non prevede ancora il suo insegnamento.
Per poter esercitare in modo adeguato questa medicina il Dott. Varzi, nel 1990, ha creato l’Ambulatorio dell’ Ascolto, al quale dedica con passione parte sempre più crescente delle sue energie.

PRANOTERAPIA ….un altro petalo PNEI

Da sempre l’uomo medico rivendica come tutore della salute il diritto ed il bisogno di prendersi cura di sé e dei suoi simili. Per questo, in autonomia e ispirato dalla sua intelligenza e dal buon senso, deve affrontare con umiltà ogni aspetto della conoscenza e se possibile, sperimentare tutto ciò che può rivelarsi utile alla salute della comunità.
In questa sua ricerca non deve cadere nella trappola di chi ha tutto l’interesse a condizionarlo, manipolando la verità.
Egli, ispirato dall’amore per la ricerca e per la conoscenza, e con atteggiamento di attenzione non giudicante, deve muoversi verso la soluzione più giusta e più rispettosa della persona umana.
La verità infatti, aspetta solo di essere scoperta e ad essa egli si deve avvicinare, ricercando sempre i percorsi ch sente più vicini a sé e per questo più meritevoli di approfondimento.
La pranoterapia è per una grande parte del mondo orientale, un percorso terapeutico già consolidato, che ha basi filosofiche e religiose: la parola prana ha una valenza religiosa, spirituale. Essa sta ad indicare il flusso vitale, che erogato dalle mani dell’impositore poi penetra nell’organo o nella parte malata. Risultato di questa imposizione è il passaggio di energia che ristabilisce l’equilibrio dell’apparato sofferente. Le patologie psicosomatiche rappresentano il principale campo di applicazione della pranoterapia, che comunque può essere praticata in modo esteso. Sono state formulate diverse ipotesi per spiegare i suoi effetti terapeutici ; quella più accettata in occidente è proprio quella psicosomatica.
Ogni malattia sottintende una componente psicosomatica e la costituzione psicofisica del malato di certo ha un grande peso nell'insorgenza e nel decorso delle affezioni. Le affezioni psicosomatiche derivano da uno squilibrio del sistema PNEI (sistema psico-neuro-endocrino-immunologico) che, se protratto nel tempo, superata la soglia di tolleranza, diventa la causa o la concausa del disturbo fisico. Vorrei sottolineare un aspetto importante, su cui raramente ci si sofferma e che secondo me conferisce alla pranoterapia un valore aggiunto: la vicinanza estrema tra le mani del pranoterapeuta ed il corpo del paziente. Il contatto “quasi” fisico che si stabilisce fra l’operatore ed il paziente è aspetto insolito, in una medicina fatta di distanze sempre più dilatate e di attimi di micro disponibilità sempre più sfuggenti. In questo modo l’operatore entra con rispetto nello spazio più intimo dell’altro, più intimo ancora di quello dell’ascolto, attivando una intensa comunicazione non verbale, di certo ausiliaria e forse determinante per il fine che si vuol raggiungere.
In questo modo si contrae la distanza fisica tra chi avverte sofferenza e chi può porvi rimedio e si conquista così l’intima vicinanza, fra una sofferenza che chiede conforto ed un operatore che concede ciò di cui dispone.
Magari il flusso vitale può riuscire dove altre risorse terapeutiche hanno fallito, oppure integrarsi con tutto ciò che già esiste, contribuendo a regalare il sollievo ed il benessere, fino ad allora invano cercato.

Dott. Lucio Varzi
Medico della Persona